4/6/2025|notizie
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Benvenuti alla nostra rubrica mensile dedicata al mercato dei diamanti. Ogni mese analizziamo le principali tendenze globali, gli eventi più significativi e le dinamiche che influenzano domanda, prezzi e strategie commerciali. Grazie a fonti autorevoli come Rapaport News, IDEX e altri canali specializzati, vi offriamo una panoramica sempre aggiornata e affidabile.
Il mese di marzo ha confermato alcuni segnali incoraggianti di ripresa nel mercato globale dei diamanti, con un leggero ma diffuso miglioramento dei prezzi in diverse categorie chiave. L’indice RapNet Diamond (RAPI™) per i diamanti rotondi da 1 carato (D-H, IF-VS2) è salito dell’1,4%, spinto soprattutto dalla crescente domanda di pietre di alta purezza e qualità. Il rialzo più marcato si è registrato tra i diamanti da 0,30 carati (+6,5%), con picchi superiori al 10% per le categorie top di gamma (D-F, IF-VVS1). Positivi anche i dati per le pietre da 0,50 carati (+2,2%) e da 3 carati (+0,1%).
Anche l’indice IDEX ha mostrato segnali di stabilizzazione: la flessione registrata in marzo (-0,54%) appare modesta se confrontata con i cali mensili superiori al 3% osservati nel 2024. L’indice si attesta ora a 94,37 punti, al di sotto del livello base del 2004, stabilito a 100, ma comunque in fase di consolidamento dopo oltre due anni di ribassi. A contribuire a questa relativa tenuta dei prezzi sono state in particolare le scorte ridotte di diamanti lavorati, che hanno evitato un eccesso di offerta sul mercato. In leggera crescita anche le quotazioni per i tagli fancy allungati da 2 carati in su, mentre le altre categorie hanno mostrato andamenti più discontinui.
Durante il sontuoso matrimonio che si è recentemente svolto in marzo tra Anant Ambani, figlio del magnate Mukesh Ambani, e la sua promessa sposa Radhika Merchant, Kim Kardashian, invitata d’onore insieme alla sorella Khloé, ha perso un prezioso diamante dalla spettacolare collana che indossava per l’occasione.
Il gioiello in questione, firmato dalla celebre designer Lorraine Schwartz, era composto da diamanti per un totale di 170 carati. Uno dei diamanti, a forma di pera, si è staccato dalla collana, scatenando una ricerca frenetica nel mezzo della folla e, nonostante gli sforzi, la pietra non è stata ritrovata.
L’incidente ha immediatamente fatto il giro del web, ricordando altri episodi simili accaduti alla Kardashian, come l’orecchino di diamanti caduto in mare a Bora Bora o la rapina subita a Parigi nel 2016.
Un team di scienziati ha recentemente identificato un nuovo minerale, denominato "davemaoite", intrappolato all'interno di un diamante proveniente dalle profondità del mantello terrestre. Questa scoperta è significativa poiché l’esistenza del davemaoite, un tipo di perovskite di silicato di calcio, era stata finora solo ipotizzata teoricamente e mai osservata in natura. La presenza di questo minerale all'interno del diamante suggerisce che i diamanti possono fungere da capsule temporali, preservando materiali formatisi in condizioni di alta pressione e temperatura nel mantello profondo. Questa scoperta non solo conferma l'esistenza del davemaoite, ma fornisce anche nuove informazioni sulle fonti di calore all'interno della Terra.
In occasione di un banchetto ufficiale tenutosi il 4 marzo presso il Palazzo Presidenziale di Helsinki, la regina Mary di Danimarca ha indossato una straordinaria tiara ottocentesca, rimasta nascosta agli occhi del pubblico per oltre 140 anni. Il gioiello, risalente al 1820, era appartenuto alla regina Caroline Amalie ed è impreziosito da pietre provenienti dall’Italia, tra cui affascinanti reperti recuperati dagli scavi di Pompei.
A completare il look, Mary ha scelto un bracciale d’oro ricco di storia e significato personale: un dono del re Frederik VII alla principessa Vilhelmine Marie, decorato con pietre vulcaniche del Vesuvio e inciso con un messaggio romantico che recita: "Ricordo del Vesuvio – 26 maggio 1828 – amore eterno e incrollabile."
Entrambi i gioielli rappresentano non solo straordinari esempi di artigianato ottocentesco, ma anche testimonianze intime della storia della monarchia danese. Al termine della visita ufficiale, saranno esposti al pubblico all’interno del Tesoro del Castello di Rosenborg, a Copenaghen.
Dietro la bellezza intensa e seducente di certi rubini e zaffiri si nasconde, oggi più che mai, un fenomeno controverso: il trattamento con radiazioni che altera artificialmente il colore delle pietre preziose. Si tratta di una tecnica che promette gemme dai colori mozzafiato… ma a tempo determinato.
A lanciare l’allarme sono tre delle più importanti organizzazioni internazionali del settore: CIBJO (Confederazione Mondiale della Gioielleria), AGTA (American Gem Trade Association) e ICA (International Colored Gemstone Association). Questi enti chiedono interventi urgenti per arginare la diffusione sul mercato di rubini e zaffiri la cui colorazione, ottenuta attraverso irradiazione, tende a sbiadire col tempo, creando un serio problema di trasparenza commerciale e di fiducia da parte dei consumatori.
Le pietre preziose possono essere sottoposte a trattamenti di vario tipo, finalizzati a migliorarne l'aspetto. Tra i più diffusi troviamo:
L’irradiazione è un trattamento che espone le gemme a fonti di radiazioni (come elettroni o raggi gamma) che ne modificano la struttura cristallina e, di conseguenza, il colore. Questo processo può rendere uno zaffiro giallo brillante o un rubino rosso acceso in modo spettacolare… ma l’effetto, in molti casi, è temporaneo. Con il passare del tempo o con l’esposizione alla luce, il colore può svanire o modificarsi, lasciando al compratore una pietra sbiadita e priva del fascino originario.
Gran parte di questi casi riguarda gemme provenienti dallo Sri Lanka, un paese noto per la sua produzione di zaffiri, in particolare le delicate tonalità padparadscha, giallo pesca e rosa salmone. Lo zaffiro padparadscha è una delle varietà più rare e preziose: il suo nome deriva dal sanscrito padma raga, che significa “colore del fiore di loto”, e descrive una sfumatura unica tra il rosa e l’arancione che richiama i tenui riflessi del fiore di loto al tramonto.. Tuttavia, secondo AGTA, molti rivenditori (specialmente negli Stati Uniti) stanno ormai evitando di acquistare queste pietre, proprio per la crescente preoccupazione legata alla stabilità del colore, compromessa dai trattamenti con irradiazione.
Le associazioni internazionali hanno sollecitato il governo dello Sri Lanka a introdurre test più rigorosi, l’obbligo di dichiarazione dei trattamenti e anche sanzioni per chi viola i requisiti del settore. In risposta, la Sri Lankan Gem and Jewellery Association (SLGJA) ha annunciato il lancio di una campagna di sensibilizzazione e l’applicazione di nuove regolamentazioni, ma secondo gli esperti “la situazione richiede interventi urgenti e concreti”.
Il timore principale? Un danno duraturo alla fiducia dei consumatori. Se chi acquista una gemma scopre, mesi dopo, che il suo colore è cambiato, l’intera filiera perde credibilità. E in un momento storico in cui il mercato delle pietre naturali è già sotto pressione per la concorrenza crescente delle gemme sintetiche, la trasparenza è più importante che mai.
Come ha dichiarato CIBJO: “Se la situazione attuale dovesse continuare, il danno per l’industria e per la percezione delle gemme colorate sarebbe incalcolabile.”
Questa problematica si inserisce in un contesto più ampio di rinnovamento delle regole etiche nel mondo della gioielleria. CIBJO, ad esempio, ha recentemente ridefinito il termine “oro riciclato” per contrastare il fenomeno del greenwashing, ovvero la pratica, sempre più diffusa, di promuovere prodotti come sostenibili o ecologici senza che vi sia una reale corrispondenza tra processi produttivi e chiarezza nella comunicazione con il consumatore finale.
Un altro esempio di attenzione crescente all’etica è l’introduzione di sistemi di tracciabilità avanzata per garantire che i diamanti commercializzati non provengano da zone di conflitto o da contesti in cui avvengono violazioni dei diritti umani. L’utilizzo di blockchain per certificare l’origine delle pietre è una delle innovazioni più promettenti in questo ambito, e viene già adottata da alcune grandi maison per assicurare ai clienti l’autenticità e l’integrità dei loro gioielli.
In tutti questi casi, l’obiettivo rimane lo stesso: costruire un rapporto di fiducia duraturo con il pubblico, promuovendo un’industria più trasparente, responsabile e sostenibile.
Anche in Europa, l'attenzione verso la trasparenza nel commercio delle gemme è in crescita. In Italia, la Rivista Italiana di Gemmologia ha recentemente pubblicato alcune linee guida per una corretta commercializzazione delle gemme, rivolte sia ai professionisti del settore che ai consumatori.
Queste linee guida affrontano diversi aspetti cruciali:
L’obiettivo è duplice: da un lato tutelare i consumatori fornendo loro informazioni chiare e verificabili, dall’altro promuovere una cultura della legalità e della correttezza commerciale nel settore gemmologico italiano ed europeo.
Queste iniziative si inseriscono in un movimento internazionale più ampio che punta a valorizzare non solo la bellezza delle gemme, ma anche la loro tracciabilità, sostenibilità e integrità etica.
Identificare una gemma trattata richiede competenze gemmologiche avanzate e strumenti specifici. Tuttavia, alcuni indizi possono suggerire la presenza di trattamenti:
Per il consumatore finale, il consiglio è uno solo: acquistare solo da rivenditori certificati e pretendere certificati gemmologici rilasciati da laboratori riconosciuti, come GIA o SSEF, che dichiarano chiaramente eventuali trattamenti subiti dalla pietra.
Il mondo delle gemme colorate si trova oggi a un bivio tra innovazione e trasparenza. I trattamenti gemmologici non sono necessariamente negativi: possono valorizzare pietre altrimenti poco commerciabili. Tuttavia, l'assenza di una comunicazione chiara verso il pubblico rischia di minare la fiducia in tutto il settore.
L’allarme lanciato da CIBJO, AGTA e ICA, insieme alle prime risposte delle autorità dello Sri Lanka, segnano un passo importante. Ma sarà fondamentale che anche l’Europa e l’Italia, con i loro mercati sempre più attenti a etica e sostenibilità, rafforzino i controlli e promuovano attivamente la cultura della tracciabilità e dell’onestà.
Perché una pietra è davvero preziosa solo quando oltre alla bellezza, brilla anche per la sua verità.
Il mese di marzo 2025 è stato caratterizzato da segnali contrastanti ma incoraggianti per il mercato globale dei diamanti: da un lato una graduale ripresa dei prezzi e una stabilizzazione delle scorte, dall’altro persistono incertezze geopolitiche e normative che richiederanno attenzione nel prossimo futuro.
Sul fronte delle gemme colorate, la questione dell’irradiazione riporta l’attenzione sulla necessità di maggiore trasparenza e tracciabilità, un tema ormai centrale per la competitività del settore a livello mondiale.
Con l’arrivo della stagione primaverile e l’avvicinarsi di eventi fieristici e commerciali internazionali, sarà interessante monitorare come evolveranno domanda, regolamentazione e fiducia del consumatore.
Resta sintonizzato/a per ulteriori aggiornamenti e approfondimenti sul mondo affascinante dei diamanti.