Chi paga i debiti di un defunto?

9/26/2024|eredita

Chi paga i debiti di un defunto?

Cosa devono sapere gli eredi in merito alle obbligazioni

L’eredità, ovvero ciò che viene di diritto trasmesso a uno o più eredi a seguito della morte di una persona, comprende l’insieme di beni materiali del defunto, i suoi crediti, ma anche i suoi debiti. Anche i debiti si ereditano e gli eredi pertanto diventano, in proporzione alla loro quota ereditaria, responsabili di questi debiti: devono quindi provvedere al saldo. Questo a meno che non siano prescritti o che non prescrivano durante il tempo necessario alle pratiche burocratiche relative alla successione ereditaria

È fondamentale che gli eredi siano pienamente a conoscenza tanto dei beni quanto dei debiti intestati al defunto ed è un loro diritto ricevere tutti i dettagli a riguardo prima che si proceda alla successione. È altrettanto importante che essi siano a conoscenza delle tempistiche relative alla prescrizione dei debiti. In questo modo, se il defunto non ha beni ma solo debiti, si può decidere se accettare o meno l'eredità agendo in piena consapevolezza.

Debiti di un defunto: Chi paga?

L’idea di “far pagare i debiti ad un defunto” può sembrare indelicata, almeno quanto quella di far pagare ad una moglie i debiti di un marito deceduto o ad uno o più fratelli, magari già orfani, i debiti di un fratello deceduto. Eppure, la trasmissione ereditaria dei debiti è spesso il fattore che permette, ad esempio, ad una persona in età avanzata di rateizzare le tasse, oppure di richiedere un mutuo. Sapere che i debiti si ereditano facilita gli enti creditori nell’erogare prestiti perché sanno che, anche in caso di decesso del debitore, loro verranno comunque risarciti. È inoltre giusto che un privato o una piccola azienda che hanno erogato un prestito, magari in spirito di pura generosità, vengano comunque compensati. Se non esistessero queste forme di tutela, ottenere prestiti, mutui o rateizzazioni di un debito sarebbe molto più difficile, in particolare per cifre importanti. 

Cosa succede ai debiti dopo la morte di una persona?

Anche se ogni caso va esaminato in maniera individuale, esistono delle disposizioni generali relative alla trasmissione dei debiti, come regolato dall'art. 459 del c.c. che disciplina la trasmissione ereditaria.

Nello specifico:

  • Se gli eredi accettano l'eredità sono tenuti a saldare anche eventuali debiti. 
  • Esistono però debiti non trasmissibili agli eredi (ad esempio, come vedremo in seguito, le sanzioni dovute a reati penali o le multe stradali). 
  • Se i debiti sono prescritti, o se prescrivono nei tempi necessari alla successione, i creditori non possono rivalersi sugli eredi. Nel primo caso di fatto non sono mai stati trasmessi agli eredi; nel secondo caso i debiti passano sì agli eredi insieme al resto dell'eredità, ma il creditore non rispetta i termini prestabiliti per esercitare il suo diritto e pertanto il debito va in prescrizione. 

È molto importante che gli eredi conoscano i tempi di prescrizione in quanto, fino a quel momento, sono a tutti gli effetti debitori e il creditore può rivalersi sul loro patrimonio.

Prescrizione cartella esattoriale defunto

Tra i debiti contratti più frequentemente da una persona  ci sono spesso le pendenze con il fisco e il mancato saldo di eventuali sanzioni; in Italia queste prendono il nome di “cartelle esattoriali”, ovvero lo strumento, attraverso cui la pubblica amministrazione italiana permette all'Agenzia delle entrate (ente dedito alla riscossione) di agire in maniera coatta (ad esempio tramite pignoramento) nei confronti del contribuente per recuperare il credito vantato.Come la maggior parte delle obbligazioni, le cartelle esattoriali rientrano tra i debiti trasmissibili agli eredi; passato un certo limite di tempo, non possono però più essere riscossi. 

La regola generale prevede come tempo per la prescrizione 10 anni. Esistono però anche debiti che prescrivono in cinque anni, in particolare:

  • Bollette (escluse luce, gas e acqua che si prescrivono in soli 2 anni);
  • Spese condominiali;
  • Singole annualità delle rendite vitalizie e delle pensioni alimentari;
  • Canoni di affitto e oneri condominiali;
  • Stipendio;
  • TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e altre indennità per la cessazione del rapporto di lavoro;
  • Utili societari.

Inoltre:

  • per le imposte statali, il termine è pari a 10 anni;
  • per le imposte degli enti locali, il termine è pari a 5 anni;
  • per i contributi INPS e INAIL, il termine è pari a 5 anni;
  • per il bollo auto, il termine è pari a 3 anni.

Per capire quali debiti passano agli eredi  e se la propria eredità sia o meno soggetta ad eventuali riscossioni da parte dello stato, si fa riferimento alla “Prescrizione della cartella esattoriale del defunto”. Questo documento, che può essere richiesto all’agenzia delle entrate, certifica l’ammontare dei debiti di un defunto e i tempi relativi alla prescrizione. 

“Se mio padre ha debiti e muore?” Cosa fare se un familiare muore lasciando solo debiti e nessun bene

Se un soggetto muore senza lasciare alcun patrimonio e nemmeno un conto in banca, cosa rischiano gli eredi? 

Se si ha il dubbio che la persona che ci ha indicato come erede sia nullatenente, o abbia più debiti che beni, è molto importante chiarire la sua posizione prima di accettare l'eredità. Esistono varie forme di tutela che i singoli possono mettere in atto per evitare di ritrovarsi improvvisamente sommersi dai debiti. 

La prima cosa da fare e richiedere tempestivamente la Prescrizione della cartella esattoriale del defunto.

In seguito, se si verifica l’esistenza di uno o più debiti si può:

  • Non accettare l'eredità. 
  • Accettare l'eredità con beneficio di inventario. In questo caso, i creditori potranno rivalersi solo sui beni ereditati e non sul patrimonio personale dell’erede (casa, automobile, quinto dello stipendio). 

La rinuncia all'eredità può essere sia fatta che revocata sempre ed in ogni caso, a patto che lo si faccia entro 10 anni dal decesso. 

In caso di rinuncia all'eredità o accettazione con beneficio di inventario, i debiti del defunto molto semplicemente rimangono insoluti, cioè non vengono pagati, e nessun creditore può in nessun caso rivalersi sull’erede.

Se si sta valutando la rinuncia all'eredità vanno assolutamente evitati azioni e comportamenti che ne indicano invece la tacita accettazione, come ad esempio prelevare dal conto corrente del defunto, vendere i suoi beni (casa, automobile) o anche solo utilizzarli. Questo è particolarmente importante nel caso ad esempio di un coniuge: capita infatti spesso che il marito continui ad abitare nella casa intestata alla defunta moglie o che la moglie continui ad usare l’auto intestata al defunto marito: entrambi questi comportamenti implicano la tacita accettazione dell'eredità. 

Importante: l’erede che accetta tacitamente l’eredità del defunto risponderà anche dei debiti, comprese le cartelle esattoriali.

Nel caso di comunione ereditaria - ovvero di più persone, solitamente fratelli, che ereditano in solido beni non ancora spartiti - se uno di loro intende rinunciare all'eredità è importante che nessuno dei beni venga toccato da nessun membro della comunione.

Debiti non trasmissibili agli eredi

Non sempre gli eredi sono tenuti a pagare e anche tra le cartelle esattoriali non prescritte ve ne sono alcune che non ricadono sugli eredi. Non sono infatti trasmissibili: 

  • Sanzioni amministrative (come ad esempio le multe per eccesso di velocità)
  • Sanzioni penali (relative ad eventuali reati)
  • Sanzioni tributarie (relative al mancato pagamento di un’imposta).

Per quanto riguarda le sanzioni tributarie, ogni cartella esattoriale contiene una parte di capitale (ovvero la cifra dovuta) e una parte di sanzione (ovvero una specie di “multa” che viene attribuita in base al ritardo nel pagamento). L’erede dovrà pagare la parte di capitale ma non la parte di sanzione. 

Queste tipologie di debiti non sono trasmissibili agli eredi in quanto la responsabilità civile e penale delle azioni di un soggetto maggiorenne senziente è sempre personale e non può essere “trasmessa” ad altri.

Nello specifico: se una persona passa col rosso, o causa un incidente stradale anche grave, la sanzione che ne deriva non sarà trasmissibile ai suoi eredi. Lo stesso vale per reati quali, ad esempio, abusi edilizi: se l’abuso è stato commesso da un defunto, il suo erede non è tenuto a risponderne, anche nel caso in cui erediti l’immobile in questione.

Raccomandazioni in caso di eredità

La morte di un famigliare è sempre un momento traumatico e doloroso. Le pratiche amministrative relative alla successione sono però complesse e richiedono una mente lucida. Se non ci si sente in grado di gestirle è bene farsi aiutare da una persona fidata o da un avvocato.

L’iter da seguire e in ogni caso il seguente:

  • Farsi consegnare il certificato di morte
  • Interessare un notaio
  • Procedere all’apertura del testamento (qualora ci sia)
  • Procedere all’inventario dei beni
  • Valutare la spartizione tra eventuali eredi in maggior numero di uno.

Prima di accettare l'eredità, è sempre opportuno accertarsi dell’esistenza di eventuali debiti e del loro ammontare. Bisogna quindi richiedere la prescrizione della cartella esattoriale del defunto e altri documenti analoghi alla pubblica amministrazione. 

E importante tenere a mente che:

  • Si hanno fino a dieci anni di tempo per accettare l'eredità.
  • Si hanno fino a dieci anni di tempo per revocare la rinuncia all’accettazione.
  • Non e possibile revocare l’accettazione.

Sempre in fase di successione, è importante valutare, o far valutare, in maniera accurata tutti i beni del defunto. Spesso infatti ci si limita a stimare i beni più impattanti, come gli immobili o le azioni in borsa, senza tenere conto del fatto che preziosi, diamanti e gioielli di vario genere, se venduti, potrebbero andare a coprire eventuali debiti, permettendo quindi di accettare l'eredità in maniera serena e di non disperdere il patrimonio, ancorché minimo, del defunto.

La mancanza di trasparenza e le valutazioni approssimative sono spesso causa di conflitti tra gli eredi e possono portare ad una ripartizione iniqua dell'eredità. Auctentic può offrirvi una stima gratuita e senza impegno dei diamanti e, in caso di vendita, si impegna a farvi avere sempre e comunque il prezzo più alto possibile, agendo sempre in maniera trasparente e rispettosa delle circostanze. 

facebookxemailLink