10/29/2024|eredita
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Quando si associano i debiti alle tematiche legate all'eredità, solitamente si fa riferimento ai rischi e alle procedure legate al caso in cui sia il defunto ad essere indebitato, e alle conseguenze per gli eredi. Ma esistono anche altre circostanze che possono rivelarsi problematiche: se un erede ha debiti cosa succede? quali possono essere le conseguenze per gli altri eredi?
In questo articolo andremo ad analizzare proprio questa casistica, evidenziando le modalità di tutela che possono essere messe in atto per proteggere la propria quota di eredità.
Supponiamo che tre fratelli ereditino dal defunto padre un appartamento, e che uno dei tre abbia debiti. Che conseguenze possono avere i debiti di quest’ultimo sull'eredità degli altri due?
Il codice civile (articolo 2740) prevede che: “il debitore risponda dell’adempimento dell’obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri”. Per “beni futuri” si intendono i beni che diventano acquisiti del debitore - tramite acquisto, donazione o eredità - dopo l’insorgere del debito. Pertanto eventuali creditori possono rivalersi sul patrimonio ereditato, anche in caso di comproprietà o di eredità non ancora suddivisa.
Tornando alla domanda iniziale: nel caso in cui uno dei tre fratelli abbia debiti, il creditore può procedere al pignoramento della quota dell’immobile spettante all’erede debitore, anche prima che questo venga diviso.
In seguito al pignoramento, l’immobile viene venduto affinché il creditore possa ricavare quanto gli spetta. Una volta sanato il debito, il restante del profitto viene ripartito tra gli altri eredi. Le conseguenze però sono comunque negative; in primo luogo questi devono attendere la vendita per godere dell'eredità, in secondo luogo non è detto che essi fossero intenzionati a vendere. Infine, un immobile pignorato viene solitamente venduto tramite asta giudiziaria e quindi ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato.
Data questa premessa, è evidente che trovarsi in comunione ereditaria con una persona indebitata presenta diversi problemi. Ma c'è una situazione ancora più problematica: cosa succede se uno degli eredi ha debiti con l’Agenzia dell’entrate - riscossione (ex Equitalia)?
In caso di debiti con lo stato, l’Agenzia delle entrate - riscossione (fino a poco tempo fa nota come Equitalia), è autorizzata a porre un vincolo sulla proprieta, anche su quote minime. Questo abbassa il valore di un immobile, e tutti i proprietari ne risentono. Inoltre, il proprietario debitore è l'unico a sapere dell’eventuale ipoteca, mentre gli altri proprietari non ne vengono a conoscenza se non tramite il debitore stesso o attraverso controlli specifici. Se il debito è di valore inferiore alla quota dell’erede debitore le conseguenze sono lievi: il debito può infatti essere risanato senza ulteriori svantaggi per gli altri eredi. Ma se il debito è più consistente rispetto alla quota del debitore, al fine di chiudere la parte del fascicolo debitorio garantita dall’ipoteca l’Agenzia delle entrate esige comunque il pagamento intero: gli eredi non indebitati rischiano pertanto di perdere la loro eredità.
Cosa si può fare per proteggere l'eredità dai creditori e non rischiare di comprometterla a causa dei debiti contratti da un altro erede? Esistono diverse opzioni.
Se siete un erede e riconoscete di avere dei debiti, soprattutto nei confronti del fisco, potete valutare di rifiutare l'eredità per proteggere gli altri eredi. Questo è possibile, ma tenete presente che i creditori possono impugnare questo rifiuto e chiedere al tribunale di accettare l'eredità a vostro nome per avviare il processo di riscossione. È importante notare che non è possibile rifiutare la propria quota di eredità con l'intento di stipulare successivamente un accordo con gli altri eredi. Ad esempio, se uno dei fratelli rifiuta l'eredità per proteggere gli altri, non potrà trarre profitto dalla vendita della proprietà o utilizzarla.
Tuttavia, se un debitore viene intenzionalmente escluso dal testamento, gli altri eredi non sono obbligati a dividere l'eredità con lui. In questo caso, il fisco e gli altri creditori non possono reclamare quella parte di eredità.
Per quanto sia vero, come abbiamo scritto in precedenza, che “il debitore risponde dell’adempimento dell’obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri” una futura eredità non è pignorabile, almeno finche non viene formalmente accettata. Un'eredità non accettata è chiamata "eredità in giacenza”. Finche l’erede non procede all’accettazione dell'eredità,i creditori non possono comunque rivalersi sull’eredità in giacenza, perché significherebbe aggredire beni che di fatto non appartengono al debitore.
Se si è consapevoli del fatto che il proprio fratello o la propria sorella abbiano contratto debiti, la cosa migliore da fare per proteggere la propria eredità è spingere per la divisione testamentaria finché il proprio genitore è ancora in vita. In questo modo, i creditori potranno pignorare unicamente la quota dell’erede debitore, senza intaccare l'eredità degli altri. In caso di beni non divisibili, sarebbe opportuno, ove possibile, procedere alla vendita prima della successione, dividendo poi il ricavato in quote.
In generale, ovviamente, la cosa migliore da fare sarebbe sanare i debiti prima ancora della suddivisione. Talvolta può venire in nostro aiuto la vendita dei preziosi. Se tu o un tuo congiunto vi trovate in situazione di debiti e avete dei diamanti da vendere, Auctentic offre una stima gratuita e si impegna a farvi avere la cifra più alta possibile sul mercato, il tutto in tempi brevissimi, bypassando le lungaggini tipiche delle gioiellerie e delle case d’asta.