Si può impugnare un testamento in Italia?

6/9/2025|eredita

Si può impugnare un testamento in Italia?

La morte di una persona cara è sempre un momento difficile, ma quando a questa si aggiungono tensioni tra gli eredi per la distribuzione del patrimonio, la situazione può rapidamente degenerare in conflitti legali. In Italia, il testamento rappresenta la volontà finale di una persona sul destino dei suoi beni. Tuttavia, non sempre questa volontà rispetta i limiti imposti dalla legge e non sempre riflette una reale libertà di scelta.

Quando un testamento appare ingiusto o irregolare, in qualità di eredi possiamo trovarci davanti ad un quesito di natura tanto giuridica quanto etica: siamo tenuti moralmente ad accettarlo così com’ è o dovremmo invece far valere i nostri diritti? Quando si può impugnare un testamento? Chi può impugnare? Con quali conseguenze? E quando il testamento non è impugnabile?

In questo articolo approfondiamo tutto ciò che c'è da sapere sull’impugnazione del testamento, esaminando le principali cause di contenzioso, la procedura legale da seguire, i tempi, e i possibili esiti. L’obiettivo è offrire una guida pratica a chi si trova coinvolto in una successione controversa.

Quando si può impugnare un testamento?

Il testamento ha lo scopo di formalizzare, e idealmente far rispettare, le volontà di un defunto riguardanti i suoi beni. Come documento ha valore legale, ma non tutti i testamenti sono inattaccabili. La legge italiana infatti consente l’impugnazione del testamento in vari casi, soprattutto se si sospettano irregolarità formali o violazioni dei diritti degli eredi. Vediamo di seguito i casi che più comunemente possono portare ad impugnare il testamento.

Impugnazione testamento per errori formali nel documento

Il Codice Civile stabilisce tre diverse forme valide del testamento. 

  • Olografo (art. 602 c.c.): scritto interamente a mano, datato e firmato dal testatore.
  • Pubblico: redatto dal notaio in presenza di due testimoni.
  • Segreto: consegnato sigillato al notaio.

Tutte e tre le modalità sono considerate regolari, ma se manca anche solo uno degli elementi previsti dalla normativa (ad esempio la data nel testamento olografo, o il nome di un testimone nel testamento pubblico), il testamento può essere considerato nullo. 

Questo vale anche nel caso in cui la scrittura nel testamento olografo non sia del testatore, o nel caso in cui il documento sia stato redatto a computer anziché a mano. Se un anziano detta il proprio testamento ad una persona di fiducia, anche se firmato non è valido come testamento olografo e può pertanto essere impugnato. Naturalmente, qualora si riscontrino delle irregolarità, è possibile anche impugnare un testamento redatto da un notaio.

impugnare testamento

Impugnazione testamento per incapacità di intendere e volere 

La legge richiede che il testatore sia capace di intendere e di volere al momento della redazione del testamento. In caso contrario, il testamento può essere annullato (art. 591 c.c.).

Sono frequenti i casi in cui l’impugnazione del testamento si fonda su diagnosi di demenza, Alzheimer, ictus o stati di forte depressione. In questi casi, la parte che contesta è tenuta dimostrare l’incapacità del testatore attraverso:

  • Documentazione medica;
  • Perizie psichiatriche;
  • Testimonianze di chi frequentava il defunto.

Impugnazione testamento per coercizione, frode o influenza indebita

Oltre all'incapacità di intendere e di volere, gli eredi possono impugnare un testamento quando ritengono che sia stato redatto sotto: 

  • Costrizione morale o fisica;
  • Raggiro o inganno;
  • Influenza indebita da parte di una persona con forte ascendente sul testatore.

Si tratta di questioni spesso delicate e spinose, che possono dar adito a procedimenti legali talvolta anche penali. Ad esempio: Una badante convince il testatore anziano a lasciare a lei l’intero patrimonio, escludendo i figli. In questo caso, si può  anche impugnare un testamento redatto da un notaio.

Chi può impugnare un testamento?

La possibilità di impugnare un testamento non è aperta a chiunque, ma solo a chi dimostra un interesse concreto e diretto. Nello specifico, possono impugnare il testamento:

  • Gli eredi legittimari (art. 536 c.c.): Ovvero il coniuge, i figli o i loro discendenti e, in mancanza di figli, gli ascendenti. A loro spetta una quota di eredità, detta eredità legittima, che non può essere violata. Se il testamento lede tale quota, è possibile procedere all’impugnazione del testamento.
  • Eredi esclusi dal testamento o danneggiati: Se vengono esclusi dalla spartizione dei beni ereditari, gli aventi diritto all'eredità legittima possono impugnare il testamento. Inoltre, anche se menzionati nel testamento, gli eredi possono agire se ritengono di essere stati danneggiati rispetto alla spartizione. Ad esempio, se un figlio riceve solo il 10% dell’eredità, mentre l’altro figlio riceve il 90%, può far valere i propri diritti.

Inoltre, il testamento può essere impugnato da: 

  • Eventuali creditori, sia degli eredi che del testatore: Chiunque, enti pubblici o soggetti privati, vanti un credito, può procedere legalmente al fine di tutelarlo.
  • Eventuali beneficiari di un testamento precedente annullato dal nuovo.

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Procedura legale: documentazione e fasi

Per impugnare un testamento serve avviare una causa civile presso il tribunale competente (dove il defunto aveva la residenza). La procedura prevede:

  1. Il deposito dell’atto di citazione
  2. La produzione dei documenti (testamento, certificati, perizie)
  3. L’istruttoria e le udienze
  4. La decisione del giudice

Solitamente, quando si impugna un testamento i beni vengono bloccati, specialmente se c’è il rischio che vengano dispersi o alienati da un erede. Questo avviene tramite il cosiddetto “sequestro giudiziario” o tramite la sospensione dell’accettazione dell’eredità.

Quanto dura una causa per impugnare il testamento?

Come per ogni causa, la durata del procedimento legale dipende da vari fattori, ma in media una causa per impugnazione del testamento può durare circa 2o 3 anni in primo grado e ltri 2 o 3 anni in appello, se richiesto

Se la vicenda è complessa (più eredi, prove mediche, sospetto di frode), i tempi possono allungarsi ulteriormente.

I termini per l’impugnazione del testamento sono soggetti a limiti temporali. Nello specifico, la legge prevede:

  • 5 anni per le cause di annullabilità dovute a frode o incapacità mentale del testatore.
  • 10 anni per le cause di non validità se il testamento e redatto in maniera tale da poter essere considerato non valida, ad esempio se mancano la data o la firma.

Il termine decorre dal momento in cui si ha conoscenza del testamento (in caso di testamento pubblico) o dal momento in cui viene reso pubblico (in caso di testamentose olografo o segreto.)

Cosa succede se il testamento viene invalidato

Se la causa va a buon fine e il testamento viene invalidato, si aprono due possibili scenari. Il giudice infatti può o annullare l’intero testamento (se lo ritiene completamente invalido), o
annullare solo alcune disposizioni.

A questo punto, in entrambi i casi, per la successione ereditaria si fa riferimento alle normative sulla successione legittima e ad eventuali testamenti precedenti. Qualora prima dell’impugnazione un erede abbia già ottenuto beni in modo illegittimo, può essere costretto sia alla restituzione che al risarcimento del danno.

La dichiarazione di successione va inoltre corretta, quindi possono essere richieste imposte suppletive o rimborsi. Inoltre, l’erede che ha ricevuto beni in eccesso potrebbe dover sostenere anche le spese legali.

Si può impugnare un testamento in Italia?

Accettazione e successiva impugnazione

Una questione delicata è: si può impugnare un testamento dopo averlo accettato? La risposta è sì, ma le modalità dipendono dal modo in cui è stato accettato il testamento.

  • Accettazione con beneficio d’inventario: in questo caso agire è più semplice in quanto l’erede mantiene il diritto di contestare eventuali irregolarità.
  • Accettazione pura e semplice: in questo caso è fondamentale che non siano trascorsi i termini e che non ci siano stati atti che formalmente possano contrastare con la volontà di impugnare (come ad esempio la vendita di beni ereditari)

Quanti soldi ci vogliono per impugnare un testamento?

L’impugnazione del testamento comporta diverse spese che possono anche rivelarsi elevate. Innanzitutto, bisogna pagare il contributo unificato, cioè una tassa per iniziare la causa. A questo si aggiungono le spese per le notifiche, le marche da bollo e, in caso di sentenza, l’imposta di registro (non dovuta se la causa si chiude con un accordo tra le parti).

A queste spese va aggiunto anche il compenso dell’avvocato, che può variare molto in base al professionista scelto.

Chi ha un reddito annuo inferiore a 11.493,82 euro può però chiedere il gratuito patrocinio: in questo caso non dovrà pagare né tasse, né spese, né l’avvocato.

Come prevenire i conflitti familiari durante la successione?

Impugnare un testamento è un diritto riconosciuto dalla legge italiana. Tuttavia, si tratta di un processo delicato che richiede competenza legale, prove concrete e pazienza. La prevenzione è la miglior forma di tutela: una pianificazione successoria consapevole e trasparente, conforme alla legge e condivisa tra le parti può evitare litigi dolorosi e lunghi processi tra familiari. Ecco alcuni consigli:

  • Redigere testamento con il supporto di un notaio
  • Comunicare in vita le proprie volontà agli eredi
  • Evitare favoritismi eccessivi o esclusioni ingiustificate
  • Inserire motivazioni nel testamento (ad esempio, perché si lascia di più a un figlio)

Il dialogo tra familiari e una buona consulenza legale sono strumenti fondamentali per prevenire controversie che possono durare anni.

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